Le allergie alimentari appartengono alla più ampia categoria di REAZIONI AVVERSE AL CIBO, di natura non tossica. Infatti, la reazione allergica non è legata all’ingestione di cibi avariati o contenenti sostanze tossiche.

Le cause della reazione allergica risiedono in un “errore del sistema immunitario”, scatenata dal contatto con un cibo che comunemente viene assunto senza problemi dalla maggioranza degli individui. L’organismo del soggetto allergico scambia alcune proteine presenti nel cibo per minacce per la salute e reagisce rilasciando in circolo diverse sostanze che causano i sintomi specifici.

La tendenza a sviluppare un’allergia alimentare dipende da diversi fattori, tra cui sicuramente la familiarità gioca un ruolo importante. Ma anche i fattori ambientali hanno il loro peso, come l’inquinamento atmosferico, l’esposizione al fumo di sigaretta durante l’infanzia (o durante la gravidanza della madre), e la permanenza in ambienti umidi.

L’allergene, cioè la sostanza che scatena la risposta anomala, è nella quasi totalità dei casi una proteina. Potenzialmente qualunque alimento è in grado di indurre allergia, infatti sono stati riportati più di 170 alimenti come causa di reazioni allergiche ma solo una minoranza di questi è responsabile della maggior parte delle reazioni.

Allergie di origine vegetale:

  • Arachidi: sono uno degli allergeni alimentari più diffusi che solitamente determina una forma grave e cronica di allergia.
  • Altra frutta a guscio: mandorle, nocciole, noci, anacardo, e pistacchi.
  • Soia: risposta immunitaria ad almeno una delle sedici proteine della soia potenzialmente allergogene.
  • Frutta: Fragole, Ananas, Ciliege
  • Cereali: in genere proteine del frumento, più raro il mais

Allergie di origine animale:

  • Uova: è una delle più comuni allergie alimentari nei neonati e nei bambini.
  • Crostacei (granchio, aragosta, gamberi)
  • Pesci
  • Proteine del latte vaccino: colpisce tra il 2% e il 3% dei bambini generalmente prima del terzo anno d’età e con un picco tra i primi 3-5 mesi.

Nei bambini, le più comuni sono le allergie alle proteine del latte vaccino e alle uova. Generalmente, le allergie alimentari compaiono nei primi dieci anni di vita, il periodo dello sviluppo del sistema immunitario.  La maggior parte generalmente scompare con la crescita.

DIFFERENZA TRA ALLERGIA E INTOLLERANZA

Non dobbiamo confondere l’allergia alimentare con una reazione molto più frequente detta intolleranza alimentare. L’intolleranza alimentare è un disturbo che non coinvolge il sistema immunitario.

Le cause vanno ricercate in genere nell’incapacità di digerire determinati alimenti, per il deficit di enzimi specifici, come ad esempio il deficit di lattasi nell’intolleranza al lattosio.

La sintomatologia è quasi esclusivamente di tipo gastro-intesinale (diarrea, gonfiore, crampi addominali) e si manifesta non immediatamente come nelle allergie, ma in genere dopo almeno qualche ora dall’ingestione dell’alimento.

SINTOMATOLOGIA E MANIFESTAZIONI

Nelle allergie alimentari il sistema immunitario scambia un determinato alimento o sostanza alimentare presente in un cibo per qualcosa di dannoso. Il sistema immunitario fa sì che le cellule rilascino speciali anticorpi detti immunoglobuline E (IgE) in grado di combattere contro l’alimento o la sostanza dannosa (cioè contro l’allergene). La volta successiva che si assumerà quell’alimento, anche in dosi minime, gli anticorpi IgE se ne accorgeranno e segnaleranno al sistema immunitario di rilasciare nel sangue una sostanza chimica detta istamina e altre sostanze. L’istamina è la principale responsabile dei sintomi delle reazioni allergiche, di qualsiasi natura.

Nella maggior parte dei casi il rilascio di istamina avviene solo localmente, nella mucosa venuta a contatto con il cibo, e così i sintomi saranno limitati; in caso di anafilassi invece la reazione è così violenza da coinvolgere l’intero organismo.

I sintomi associabili ad un’allergia alimentare sono riconducibili soprattutto a disturbi a carico dell’apparato digerente, delle mucose, della pelle, delle vie respiratorie.

I segni e sintomi più comuni comprendono: •    sensazione di formicolio o prurito in bocca •    orticaria, prurito o eczema sul corpo •    gonfiore delle labbra, viso, della lingua e della gola o di altre parti del corpo •    respiro sibilante, congestione nasale o problemi respiratori •    dolore addominale, crampi allo stomaco, diarrea, nausea o vomito •    vertigini, stordimento o svenimento.

Lo shock anafilattico, è una reazione estrema, violenta e potenzialmente molto pericolosa che può manifestarsi in alcune persone e in casi particolari (rari per fortuna). L’intervento medico tempestivo è fondamentale nel caso di shock anafilattico.

DIAGNOSI E TERAPIA

Un’anamnesi dettagliata del paziente e della sua famiglia è il primo passo per una diagnosi accurata nel caso si sospetti un’allergia alimentare. Successivamente il paziente dovrà sottoporsi a un esame fisico completo. Il metodo più usato per determinare se si ha un’allergia alimentare consiste nel sottoporsi ai Prick test e/o ai test immunologici dei livelli sierici di IgE con specifici alimenti. Un test ancora più affidabile, il test di provocazione orale (TPO), – che consiste nel somministrare l’alimento sospetto, – comporta però il rischio di suscitare una reazione allergica grave, e deve perciò essere eseguito sotto la supervisione di personale medico qualificato

L’unico modo certo per evitare le reazioni allergiche è evitare gli alimenti che provocano i sintomi.

Non date nulla per scontato, leggete sempre le etichette degli alimenti, informate il cameriere se siete al ristorante, per accertarvi che non ci siano ingredienti a cui siete allergici o anche solo una possibile contaminazione.

Tuttavia, nonostante tutte le precauzioni, potreste comunque entrare in contatto con l’alimento che provoca una reazione. In questi casi sono due gli approcci necessari, a seconda della gravità dei sintomi.

Per le reazioni di lieve intensità gli antistaminici disponibili in farmacia con o senza ricetta possono aiutare ad alleviare i sintomi. Questi farmaci possono essere assunti dopo l’esposizione a un alimento che provoca l’allergia per alleviare il prurito o l’orticaria. Non sono però in grado di curare le reazioni allergiche più gravi, per cui potrebbe essere necessario il cortisone.

Per le reazioni allergiche gravi fino allo shock anafilattico, ci sarà bisogno di una iniezione di emergenza di epinefrina (adrenalina) e di andare immediatamente al pronto soccorso. L’adrenalina è in grado di contrastare l’effetto dell’istamina sulla dilatazione dei vasi responsabile del calo di pressione e di altri sintomi, come ad esempio le difficoltà respiratorie.