Introduzione:

Le Spezie, fin dall’antichità, hanno svolto vari ruoli: farmaci, ingredienti aromatici in gastronomia, elementi magici presso varie religioni… Sono state ricercate in maniera spasmodica dall’Uomo Occidentale, spesso pagate a prezzi esorbitanti. Per il loro monopolio sono state combattute guerre e cancellate intere popolazioni. Vogliamo qui fare una breve panoramica della loro storia.

Civiltà Antiche:

Le civiltà Orientali da sempre conoscevano ed apprezzavano le spezie. Le usavano Sumeri, Egizi, Fenici, Assiro-babilonesi, Cinesi, Persiani, antichi greci e romani sia per riti sacri che come medicine, profumi aromi gastronomici. India, Indonesia, Malesia e Cina le esportavano nelle regioni limitrofe e vi era un fiorente commercio. Abbiamo numerose testimonianze in testi antichi, dalla Bibbia ad Erodoto di Alicarnasso.

Ai tempi dell’Impero romano, che aveva stazioni commerciali e militari in Asia e sul Mar Rosso, si spendono quantità di denaro inaudite per averle in tavola o farne profumi e unguenti, soprattutto durante il regno di Augusto. Sul mare i tragitti si compiono sottocosta e con scali frequenti; soltanto nel I secolo d.C. si cominciano a sfruttare i monsoni, che soffiavano su una stessa rotta in direzione opposta ogni sei mesi, per accelerare la navigazione. Frequenti sono gli attacchi di pirati o, in terraferma, di predoni. Pedaggi di ogni genere vengono imposti dai sovrani dei regni attraverso i quali i mercanti transitano, e questo ovviamente contribuisce a innalzare il costo delle merci. Come le gemme e la seta, il prezzo delle spezie si paga in oro. I Romani importano quantità talmente vaste di pepe da dover costruire speciali depositi (horrea piperataria) per custodirlo. Al pepe è attribuito un valore così elevato che Alarico I (370 – 410), re dei Visigoti, dopo avere messo Roma a ferro e fuoco, chiede come tributo grandi quantità d’oro e d’argento, ma anche una tonnellata di pepe.

Medio Evo:

Le spezie figurano, accanto ai papiri e ai tessuti di lusso, fra i prodotti che i mercanti orientali, Siriaci ed Ebrei, portavano per mare a Marsiglia e diffondevano di là nel regno dei Merovingi e in altre regioni dell’Europa nordoccidentale. Gli arabi detengono una sorta di monopolio su queste mercanzie, alimentato da racconti terrificanti sui luoghi di provenienza delle spezie, che sarebbero state custodite da draghi, uccelli feroci e popolazioni aggressive. Le zone geografiche di provenienza delle spezie si occultano per non perdere l’esclusiva del loro commercio. Carlo Magno (800 d.C.) emana un editto (Capitulare de villis vel curtis imperii) recante un elenco di almeno cento piante medicinali, alimentari e aromatiche (tra cui senape, papavero, cumino, coriandolo, carvi, nigella, aneto) che dovevano essere obbligatoriamente coltivate sulle terre imperiali e nei monasteri, talmente elevato è il prezzo di piante ritenute ormai indispensabili.

Con il ritorno dei soldati sconfitti dalle varie crociate (XIII secolo) ai loro paesi di origine si diffonde ulteriormente l’impiego alimentare degli aromi esotici. (segue)

Le spezie sono utilizzate sia per insaporire i cibi, sia come medicine, sia per il loro potere enteogeno e mistico (basti pensare all’incenso). I trattati di medicina ed i ricettari di quei tempi dedicano tutti ampio spazio a decantare le proprietà delle spezie, il modo di prepararle, di usarle, di conservarle. Dopo decenni di conflitti tra le Repubbliche marinare, è la Venezia di Marco Polo ad affermarsi come dominatrice degli scambi commerciali con l’Oriente, governando per 150 anni il commercio delle spezie.

XIII – XV secolo:

Le flotte commerciali viaggiano scortate da navi da guerra. Le spezie sono spedite da Alessandria d’Egitto, dai porti della Siria e dai porti del Mar Nero, verso l’Inghilterra e le Fiandre, dove organizzazioni commerciali sempre più potenti provvedono a distribuirle in tutto Nord Europa.

L’esigenza dei vari regni europei di approvvigionarsi direttamente dai mercanti dell’Est spezzando il monopolio veneziano contribuisce all’enorme incremento d’interesse, durante il 1400, per la navigazione in alto mare. Nel 1418 il re del Portogallo Enrico il Navigatore apre una scuola nautica proprio allo scopo proprio di scoprire nuove rotte verso l’Oriente.

Vasco da Gama approda a Calicut. Una delle prime occupazioni del grande esploratore è quella di stipulare con i sultani di Cochin e Cananor un trattato che assicura ai mercanti portoghesi i carichi delle varietà più pregiate di spezie. In seguito a quel viaggio e alla fondazione delle colonie portoghesi sulle coste dell’India il monopolio del commercio delle spezie passa a Lisbona, decretando il declino di Venezia che non era in grado di navigare negli oceani. Nel 1520 Magellano raggiunge le Molucche, chiamate “Isole delle spezie” perché ricolme di noce moscata e chiodi di garofano. Nasce l’impero coloniale portoghese. La Spagna penetra in Centro e Sud America, e riporta nel Vecchio Mondo vaniglia, peperoncino e pimento, oltre al pomodoro ed al tabacco.