Quando quel particolare bruciore inizia ad infastidirci ogni qual volta si deve andare in bagno e le andate si fanno sempre più frequenti vuol dire che si sta riaffacciando la cistite.
Almeno una volta nella vita è una spiacevole compagna che “tocca a tutti” … ma se il fenomeno si ripropone bisogna adottare una strategia alternativa all’uso continuativo del “solito antibiotico”.
La prima reazione spontanea in caso di cistite è quella di smettere di bere, dato che ogni volta che si va in bagno si ha bruciore. È il comportamento più dannoso ed il miglior alleato dei batteri che colpiscono la nostra vescica. Al contrario un’ottima strategia è quella di sorseggiare ½ litro di acqua durante la mattina ed altrettanta nel pomeriggio con dentro 100 gtt di una miscela di Uva ursina,
Betulla ed Ortosiphon per almeno 10 giorni. Questo aiuterà a lavare la vescica dalla presenza dell’escherichia colii che è la principale causa della patologia.
Per debellare la patologia e rendere meno probabili le recidive sarà utile assumere il Vaccinium macrocarpon, più noto come Mirtillo rosso o Cranberry. Ha la funzione di impedire il permanere dei batteri nella vescica, ma funziona bene solo quando l’ambiente urinario è acido. A volte questo non avviene ed in queste circostanze l’Uva ursina subentra nell’azione battericida. Un buon drenante come l’Ortosiphon completa l’azione di spazzino nei confronti del patogeno. Compresse contenenti Vaccinium, Uva ursina ed Ortosiphon vanno impiegate ogni 12 ore per almeno 15 giorni.
Per ultimo non scordiamo una buona detersione con un sapone delicato, contenente Tee tree oil all’1% per impedire ad altri batteri di introdursi nella vescica.
Le recidive, una volta tornati in salute possono essere evitate con ovuli contenenti fermenti lattici. Questi rendono difficilissimo per i batteri la risalita dal collo dell’utero verso la vescica.