Parliamo di…vaccini.
VACCINI ANTICOVID, FACCIAMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
I vaccini della Pfizer-Bionthech sono arrivati in Italia con un carico di buone speranze, ma anche con un pò di polemiche e timori da una parte della popolazione.
Vediamo di capire come funzionano e quali rischi hanno evidenziato gli studi clinici condotti per capire quale è il profilo di rischio-beneficio della somministrazione su larga scala del vaccino.
Come funziona il vaccino Pfizer-Bionthech?
Il vaccino Pfizer-Bionthech, come il vaccino Moderna, si basa sull’inoculazione di un frammento di materiale genetico virale chiamato tecnicamente RNA messaggero o mRNA. Tale mRNA si avvale dei meccanismi delle nostre cellule per produrre una proteina, detta spike, presente sull’involucro del virus. La proteina prodotta dal nostro organismo genera una reazione da parte del sistema immunitario promuovendo la formazione di anticorpi specifici contro il virus.
Ma perchè si inietta un frammento di RNA? Che cos’è l’ RNA? . Cosa è un virus?
Il virus è una piccola particella infettiva, che non appartiene a nessuno dei 5 regni in cui sono suddivisi gli esseri viventi : non è un animale, non è un vegetale, non è un lievito, non è un’ alga ma non è neppure un batterio.
Allora cos’è?
È una particella infettiva che si pone al limite tra la vita e la non vita e come tale non è un vero e proprio essere vivente, poiché non è in grado di svolgere attività biochimiche al di fuori di una cellula che lo ospita, al contrario del batterio, che avendo una struttura molto più complessa può farlo.
Il virus è formato esclusivamente da un pezzetto di materiale genetico ricoperto da un involucro formato per lo più da proteine. Tra le proteine che ricoprono il materiale genetico del virus, c’è la proteina spike, ossia la proteina con cui il virus si lega alla cellula umana dell’organismo infettandolo.
Il materiale genetico presente nei virus può essere DNA oppure come nel Corona Virus Covid 19 può essere RNA. L’ RNA differisce dal DNA nella composizione chimica, ma che è anch’esso presente nell’organismo umano, seppur con funzioni diverse dal DNA.
Il virus una volta penetrato all’interno della cellula dell’organismo infettato lo obbliga a produrre le molecole che gli servono per moltiplicarsi.
Esasttamente come fa il virus in natura, il vaccino Pfizer-Bionthech, induce l’organismo a produrre una proteina che una volta liberata nell’organismo causa la produzione di anticorpi specifici.
In che modo lo fa?
In natura ogni cellula del nostro organismo decide quali proteine produrre e lo fa nel suo cervello, ossia nel nucleo, dove risiede il DNA, il quale impartisce l’ordine di sintetizzare molecole. Per fare ciò le nostre cellule producono una molecola complementare al DNA che contiene l’informazione genetica, che si chiama RNA. L’RNA può uscire dal cervello della cellula – tecnicamente dal nucleo- e una volta fuori promuove la produzione di proteine o altre molecole.
Sfruttando questo meccanismo, ossia iniettando un pezzettino di RNA virale, il vaccino anticovid promuove la produzione della proteina spike, ossia una proteina presente sulla superficie del virus. Liberata nell’organismo la proteina virale innesca una risposta anticorpale e determina la produzione di anticorpi specifici.
Ma un vaccino ad RNA può causare una modificazione del codice genetico del soggetto vaccinato?
No perché in linea generale i meccanismi che regolano il nostro codice genetico non consentono l’inserimento di materiale genetico estraneo.
A questo punto vale la pena ricordare che tutti noi nasciamo con un sistema immunitario complesso.
Quando l’organismo viene a contatto con un agente esterno si può avere una risposta immunitaria aspecifica o specifica. La risposta immunitaria aspecifica si attiva immediatamente dopo la minaccia di un’aggressione esterna ed è praticamente una prima linea di battaglia. La risposta immunitaria specifica richiede del tempo per essere attivata poiché richiede la sintesi di anticorpi specie-specifiche in grado di attaccare esclusivamente l’agente infettivo che li ha generati. Quando l’infezione non è più in corso rimangono nel nostro organismo mantenendo memoria dell’infezione, in modo tale da essere liberati nella prima linea di battaglia qualora l’organismo tornasse nuovamente in contatto con l’agente infettivo che li ha generati, dando una risposta immunitaria efficace e veloce.
I vaccini generano la risposta immunitaria specifica, ossia anticorpale, senza che l’organismo sia entrato in contatto con l’agente infettivo.
Il vaccino Moderna è molto simile al vaccino Pfizer-Bionthech, ma l’azienda che lo produce assicura di aver stabilizzato la molecola in modo da poterla conservare a -20 gradi e quindi di poterla distribuire più agevolmente rispetto al vaccino Pfizer-
Bionthech che deve essere conservato a -80 gradi.
IL VACCINO ASTRAZENECA
Il vaccino Astrazeneca si basa invece su un meccanismo più classico, in quanto viene iniettato nell’organismo da vaccinare un virus inattivato, in particolare un adenovirus che provoca il raffreddore negli scimpanzè. Il virus inattivato funge da vettore per portare nelle cellule l’informazione genetica che induce la formazione della proteina virale e di conseguenza degli degli anticorpi . Anche in questo caso quindi il sistema immunitario entra in contatto con la proteina spike, senza entrare in contatto con il virus attivo.
COSA DICONO GLI STUDI DI SICUREZZA INERENTI IL VACCINO PFIZER-BIONTHECH, IL PRIMO PRONTO AD ESSERE DISTRIBUITO IN EUROPA.
I farmaci in fase tre di sperimentazione clinica vengono testati su volontari, i quali vengono suddivisi in due gruppi. Ad un primo gruppo viene somministrato il farmaco in via di sperimentazione, al secondo gruppo viene somministrato un placebo, ossia una sostanza senza alcuna attività farmacologia né tossicologica. Ovviamente i volontari non sanno cosa è stato somministrato loro.
Lo studio condotto dalla Pfizer-Bionthech tra il 27 luglio e il 14 novembre 2020 ha visto l’arruolamento di 43548 soggetti di età superiore ai 16 anni in 152 centri in tutto il mondo.
La metà dei volontari ha ricevuto il vaccino, l’alta metà il placebo. I dati dello studio sono stati raccolti dopo due mesi dalla somministrazione della seconda dose.
Le reazioni avverse più frequentemente riportate, oltre alle razioni nel sito di iniezione, quali gonfiore e dolore, sono state: senso di fatica (55 % circa) e cefalea ( 52 % circa). Circa il 16 % dei soggetti con più di 55 anni e l’11 % dei soggetti con meno di 55 anni a cui è stato somministrato il vaccini ha manifestato febbre sopra i 38 gradi.
Solo lo 0,2 % dei soggetti a cui è stato somministrato il vaccino ha avuto febbre sopra i 38.9 gradi. Tutti gli effetti collaterali sopra riportati sono stati riscontrati anche dal gruppo del placebo seppur in percentuale molto ridotta.
In entrambi i gruppi sono stati riportati effetti avversi anche in un periodo successivo ai 7 giorni dalla somministrazione.
Effetti collaterali sistemici – non reazioni locali al sito di infezione- sono stati riscontrati nello 0,9 % dei soggetti che hanno ricevuto la prima dose di vaccino e nel 2 % di coloro che hanno ricevuto la seconda dose. Eventi avversi gravi si sono manifestati in un piccolo numero di partecipanti in entrambi i gruppi. Nel gruppo dei volontari a cui è stato somministrato il vaccino sono stati registrati 4 casi di eventi avversi gravi.
Durante lo studio si sono verificati 6 decessi, 2 nel gruppo che ha ricevuto il vaccino( uno per arresto cardiaco e uno per aterosclerosi)- e 4 nel gruppo che ha ricevuto il placebo ( due per cause sconosciute, uno da stroke emorragico e uno per arresto cardiaco). Nessuno dei decessi è stato associato alla somministrazione del vaccino o del placebo.
In relazione all’efficacia sono stati riscontrati 8 casi di Covid 19 insorti dopo sette giorni dalla somministrazione nel gruppo del vaccino e 162 casi nel gruppo placebo, per questo il vaccino è stato ritenuto efficace.
(Riferimento bibliografico: Polack FP, Thomas SJ, Kitchin N, Absalon J, Gurtman A, Lockhart S, Perez JL, Pérez Marc G, Moreira ED, Zerbini C, Bailey R, Swanson KA, Roychoudhury S, Koury K, Li P, Kalina WV, Cooper D, Frenck RW Jr, Hammitt LL, Türeci Ö, Nell H, Schaefer A, Ünal S, Tresnan DB, Mather S, Dormitzer PR, Şahin U, Jansen KU, Gruber WC; C4591001 Clinical Trial Group. Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine. N Engl J Med. 2020 Dec 10.)
Sulla base di questi dati di sicurezza ed efficacia la Pfizer-BioNThech ha chesto all’EMA l’autorizzazione all’immissione in commercio.
IL VACCINO E’ ARRIVATO… ED ANCHE LA VARIANTER INGLESE..
Perchè i virus mutano?
Quanto è frequente una mutazione virale?
Qualsiasi virus quando si replica porta con se degli errori di copiatura del proprio codice genetico come uno studente non proprio brillante. Quando questi errori si accumulano sono in grado di modificare la struttura di alcune parti del virus. Questo processo è avvenuto e sta avvenendo anche con il Corona Virus Covid19. Le mutazioni osservate hanno coinvolto proprio la proteina spike, ossia quella coinvolta nella risposta anticorpale prodotta dal vaccino.
Sarà efficace, quindi, il vaccino?
La domanda è legittima e nuovi studi di efficacia doverosi.
In vero, però, il vaccino induce la produzione di anticorpi differenti tutti rivolti verso la proteina spike ed in grado di riconoscerla e legarla in diversi siti, per questo appare credibile ritenere che se anche la mutazione ha inattivato un ceppo degli anticorpi prodotti rimangono efficaci gli alti e quindi il vaccino nel suo complesso
QUANTO SONO SICURI, IN GENERE I VACCINI
COME è STATO POSSIBILE PRODURRE UN VACCINO IN COSI POCO TEMPO?
Il 17 dicembre l’AIFA-Agenzia Italiana del Farmaco- ha pubblicato il rapporto dei vaccini 2019.
Dal rapporto pubblicato emerge un alto profilo di sicurezza dei vaccini in particolare sono state segnalate 22 reazioni avverse ogni 100.000 vaccini somministrati e di queste 22 solo 2,9 sono state di grave entità. Gli affetti avversi gravi sono da riferirsi principalmente a reazioni allergiche.
I vaccini anticovid 19, però, sono stati prodotti velocemente, c’è un rischio aggiunto?
Probabilmente va aggiunta una variabile non nota, dovuta sia alla nuova tecnica utilizzata sia alla velocità con cui sono stati prodotti dati sul vaccini.
Va detto, però, che questo vaccino non nasce dal nulla, ma si inserisce in contesti di studio più ampi e già ampiamente conosciuti.
Innanzi tutto il Corona virus Covid 19 è un Corona virus, con una struttura simile ad altri virus come quello della SARS, già conosciuti. Il sequenziamento del codice genetico del virus è avvenuto molto velocemente prima nei laboratori cinesi successivamente in quelli europei.
Per quanto concerne la tecnologia ad RNA, seppur innovativa e totalmente nuova nel campo dei vaccini, fonda le sue basi in protocolli di ingegneria genetica già molto studiati negli ultimi anni.
Inoltre un farmaco la cui autorizzazione è sottoposta a procedura di urgenza da parte dell’EMA, come nel caso del vaccino contro il Covid19- ma non solo- si avvale di processi accurati, ma velocizzati. Le revisioni dei dati avvengono, cioè, con ritmo più serrato.
Non ultimo c’è stato uno sforzo economico imponete il che ha sicuramente convogliato le risorse sulla patologia Covid 19, infatti c’è stato un coinvolgimento delle risorse pubbliche internazionali per far fronte alla pandemia.
Infine le case farmaceutiche hanno iniziato la produzione del vaccino ancor prima di ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio, evento più unico che raro se si pensa all’enorme sforzo economico che implica una scelta di questo genere. La scelta di produrre il vaccino prima delle dovute autorizzazioni è stata dettata sia dall’esigenza di dare risposte rapide, sia dalla sicurezza dei dati prodotti.
E’ VERO CHE SONO STATI STUDIATI SOLO I VACCINI E NON FARMACI ANTICOVID?
No, non è vero.
Come abbiamo spiegato l’interesse verso il vaccino nasce dalla capacità di questo farmaco di prevenire ed evitare la patologia in soggetti sani, non ancora venuti in contatto con l’agente infettivo. La vaccinazione su larga scala avrebbe, quindi, l’effetto di ridurre la circolazione del virus ed abbassare il numero di ospedalizzazioni dovute alla pandemia, tutelando il Sistema Sanitario nella sua interezza.
Ad oggi la terapia è basata prevalentemente su azitromicina, cortisonici, eparine a basso peso molecolare, oltre ad ovviamente ossigeno terapia quando necessaria.
L’ AIFA riporta diversi studi portati avanti in molti centri clinici riguardanti farmaci antiretrovirali, idrossiclorochina e plasma iperimmune.
Per quanto concerne gli studi concernenti l’utilizzo dell’idrossiclorochina nella terapia per il Covid 19 attualmente c’è un l’indicazione di monitorare attentamente gli effetti collaterali in relazione allo schema di utilizzo in quanto è un farmaco che può avere ripercussioni serie ed effetti anche a livello cardiaco. Inoltre non ci sono studi che al momento evidenziano un’efficacia nel trattamento della malattia, poiché la mortalità dei pazienti trattati con idrossiclorochina o clorochina è sovrapponibile a quello dei pazienti non trattati con questi farmaci.
Una menzione particolare va al plasma iperimmune, cui l’opinione pubblica ha riservato molte attenzioni.
Il plasma iperimmune è una delle strategie terapeutiche in studio in diversi centri a livello mondiale e l’utilizzo di questa tecnica è già stata analizzata in altre forme infettive come la SARS, l’influenza aviaria o l’ebola, ma anche in quei casi mancano dati conclusivi. In sostanza mentre il vaccino produce la formazione di anticorpi propri, con il plasma iperimmune vengono somministrati ad un soggetto già malato anticorpi prelevati dal sangue di un altro individuo venuto precedentemente a contatto con il virus. Si induce, quindi, una forma di immunità passiva in attesa che l’organismo sia in grado di sintetizzare anticorpi propri.
Ad oggi si attendono dati certi provenienti da studi randomizzati effettuati in Italia e in siti di ricerca esteri.
Si attendono, inoltre, dati provenienti da studi su anticorpi monoclonali che potrebbero potenziare la terapia anti-Covid 19
Ed oggi siamo qui,a sperare nella ricerca e a auspicare che con la vaccinazione e la messa a punto di una terapia efficace di possa ritornare ad una vita economica, sociale ed affettiva più normale.
SITOGRAFIA:
Agenzia Italiana del Farmaco
SIF | Società Italiana Farmacologia | Home
Ministero della Salute
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INFOVAC – La piattaforma informativa sulle vaccinazioni in …